Di Paolo Trentini
Il progetto Visit Enego vuole dare visibilità a un centro abitato dalle grandissime potenzialità turistiche. Attraverso foto, video, post e testi sui social, racconta la vita del paese e i luoghi più interessanti. Per fare innamorare i turisti, ma anche per far conoscere il territorio agli abitanti che, paradossalmente, non sanno quanto di bello c’è intorno a loro.
«Gli anziani ce lo hanno sempre detto: “Viviamo con l’oro sotto i piedi. Enego è una piccola perla che però non è valorizzata a dovere“. E hanno ragione. Abbiamo un territorio unico e tutto da conoscere e da far scoprire, abbiamo posti incantevoli che vanno dal fondo valle lungo le rive del Brenta fino ai 2000 metri del monte Ortigara, famoso per la battaglia combattuta nella Grande Guerra. Ci sono posti come la piana di Marcesina, una delle zone più fredde d’Italia, o come il labirinto naturale di San Marco formato dalle rocce grazie al fenomeno del carsismo, cosa più unica che rara in Europa. Eppoi ci sono le torbiere: siamo uno dei pochi siti in Italia dove è possibile trovare le torbiere e al loro interno alcuni esemplari della “drosera rotundifolia” (una pianta carnivora) e un’altra pianta, l’Andromeda Polifolia, scoperta proprio qua a Enego nei primi anni del ‘700. Sul ponte della Valgadena, uno dei più alti del continente, i più intrepidi possono cimentarsi col bungee jumping. Insomma, abbiamo una serie di luoghi che non sono conosciuti e promossi come meritano. Noi giovani, però, conosciamo bene il potenziale del paese e per questo abbiamo creato Visit Enego. Uno strumento on line con cui abbiamo avviato una maggiore e migliore divulgazione dei contenuti e dei luoghi a noi cari, portando il paese a un livello di promozione turistica maggiore attraverso i canali social Instagram, Facebook e YouTube.
I primi passi li abbiamo mossi nel 2018, quando abbiamo fondato il gruppo che poi ha deciso di creare la pagina social di Visit Enego. Eravamo giovani come ora, ma eravamo in due, Simone e Maela e adesso siamo in sei, Simone, Adriano, Angela, Davide, Alberto e Desireè.
Eravamo tutti senza formazione specifica in merito, ci divertivamo e usavamo molto i social. La formazione di fatto l’abbiamo attuata nel tempo, in parte prendendo spunto dai “competitor”, cioè dalle pagine simili alla nostra. Si trattava di pagine turistiche già molto visibili e affermate come per esempio Visit Trentino e abbiamo cercato di capire il metodo utilizzato per trasmettere i loro contenuti. Quindi abbiamo voluto replicare il modello nel nostro piccolo, anche in base alle nostre strumentazioni, capacità e tempo a disposizione. Chi gestisce le pagine social ad alti livelli lo fa di professione, mentre noi siamo un gruppo di volontari. Proprio per questo i componenti sono cambiati col passare del tempo. La vita ci mette di fronte a delle scelte e c’è chi ha fatto un passo indietro per le più diverse esigenze come quelle lavorative o scolastiche. La cosa che ci rende orgogliosi è che anche chi non fa più parte del progetto è sempre pronto a mettersi a disposizione e dare una mano nel momento in cui c’è necessità.
Quando abbiamo dato vita a questo progetto si è originato un gruppo di persone che amano il proprio paese e il proprio territorio, che nel tempo è riuscito a farlo conoscere e divulgare.
Naturalmente si sono susseguite nel tempo diverse collaborazioni con vari enti e gruppi, come nel caso di “Qual Buon Veneto”, un’azienda di prodotti multimediali che promuove tutta la regione, oppure del portale turistico “Veneto 360”. Tutte queste collaborazioni ci hanno permesso di arrivare alla realtà che siamo ora e di portare a casa buoni risultati. Nel tempo, l’afflusso turistico è sensibilmente aumentato, segno che col nostro lavoro abbiamo fatto centro nel divulgare quelli che sono i valori della nostra comunità e di farli riscoprire non solo ai turisti, ma anche a livello locale. Di fatto noi trasmettiamo tutto quello che ci hanno insegnato i nostri nonni attraverso contenuti web durevoli, in modo che anche chi vive qui possa conoscere le peculiarità del proprio territorio. Al di là del turista, vogliamo stimolare la curiosità, evidenziare i particolari e far capire che vale la pena venire a Enego. Vogliamo trasmettere conoscenza a chi il paese lo vive e alcune cose magari non le conosce pur avendole molto vicine.
Nulla è improvvisato. Anche noi come gli studiosi andiamo in cerca delle fonti storiche, collaboriamo con un archivio che ci fornisce del materiale, c’è un grande lavoro di preparazione dietro la creazione di ogni singolo post di Visit Enego, un lavoro di gruppo che dà vita ai contenuti.
Ad esempio facciamo molte ricerche, abbiamo ideato una rubrica di approfondimento, “calcare”, in cui parliamo degli antichi forni in cui una volta si faceva la calce, un’altra riservata agli edifici e costruzioni religiosi presenti nel territorio come i capitelli o le croci celebrative. In estrema sintesi andiamo a riscoprire l’identità di Enego e quello che significa abitare in montagna.
Il nostro ufficio? Il paese e il territorio. Abbiamo una chat di gruppo dove condividiamo fonti e notizie, e magari ci incontriamo assieme ai rappresentanti della Pro Loco con cui collaboriamo e gestiamo i loro social in modo da valorizzare pure gli eventi locali, ma spesso le riunioni le facciamo sul campo: quando una fonte sicura ci dice “in questo bosco c’è una calcara” allora ci riuniamo direttamente tutti sul luogo o nel posto indicato per andare alla ricerca dei ruderi della costruzione in questione. E questo fatto vale per ogni altro posto che ci viene segnalato.
Il sogno nel cassetto è far divenire quest’avventura un lavoro.
Nel nostro gruppo c’è chi lavora e chi studia, la nostra attività occupa molto del nostro tempo libero tra la gestione degli utenti, delle pagine social, procurare il materiale fotografico, ascoltare i consigli dei cittadini e così via. Di fatto svolgiamo già un lavoro a 360 gradi, però non retribuito. Ottenere un compenso o anche un contributo, un piccolo aiuto che sinora non abbiamo mai ottenuto, ci permetterebbe di migliorare. Attualmente con i nostri sforzi riusciamo ad arrivare a un certo punto e siamo contenti, ma non possiamo spingerci troppo oltre. Con un budget dedicato si possono impostare delle promozioni dei canali di Visit Enego, dare vita a iniziative, coinvolgere un numero maggiore di utenti e nel medio periodo avere ancora maggiori visitatori in paese. Nonostante qualche momento di difficoltà siamo sempre rimasti uniti. La cosa che più ci dispiace è vedere che le nostre richieste d’aiuto vengono continuamente ignorate. Il fatto di non essere riusciti a ottenere alcun tipo di contributo fa pensare, fa riflettere, visto che comunque i risultati che abbiamo portato a casa sono ottimi e pensiamo di meritare se non una ricompensa almeno una forma di aiuto per poter migliorare ancora e fornire un servizio migliore. Abbiamo chiesto di attivare una collaborazione ma abbiamo ricevuto diversi rifiuti. Una cosa che ci ha demoralizzato, ma sappiamo che alla popolazione piace e i paesani sono con noi. Molto spesso ci cercano personalmente, tante volte ci fermano per chiedere cosa stiamo facendo, per farci i complimenti e darci spunti e idee per nuovi progetti. Avere una comunità che ci supporta e ci aiuta ci fa sentire bene, ci ripaga degli sforzi, ma non è sufficiente per ampliare i nostri orizzonti.
Per tutto quello che abbiamo fatto sinora e faremo in futuro non possiamo esimerci dal ringraziare chi ha sostenuto e chi segue sin dal primo giorno Visit Enego. Da chi mette un like a chi condivide un post tutti quanti ci aiutano a promuovere il nostro territorio, ci aiutano a fare del bene per il nostro paese e questa è la cosa più bella e gratificante che abbiamo. E’ grazie a tutti costoro se ancora abbiamo la forza di continuare nonostante tutto. Se dobbiamo fare due nomi non può mancare la signora Ivana, purtroppo venuta a mancare qualche mese fa, una tra le prime ad aiutarci e che ci ha consigliato e inviato le foto necessarie allo sviluppo della pagina. Poi c’è il signor Tony Dimetto e il suo archivio, anche lui un anziano del paese e sempre disponibile ad aiutarci, fornendoci fotografie e spunti. Se siamo arrivati fin qua è perché abbiamo sempre creduto nel nostro progetto e nelle nostre forze. Quindi diciamo a tutti di crederci fino in fondo in quello che si fa. Se poi si inizia con un’idea e un bel gruppo di persone come in questo caso, fatto di giovani volonterosi e, in primis, da amici che si supportano tra di loro, al traguardo prefissato ci si arriverà senza dubbio. Si deve però essere consapevoli che lungo il tragitto ci saranno tante difficoltà, magari ci sarà chi proverà a ostacolarvi, ma alla fine gli obiettivi si raggiungono. L’importante è crederci veramente, investire bene il proprio tempo, mettersi in gioco e metterci il cuore. Vedrete che prima o poi al successo ci si arriva, indipendentemente dal tempo che ci si impiega».