Elisa e la sua meravigliosa vita con un cromosoma in più

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Elisa Zendri ha portato sul palco di Strike 2022 la sua esperienza di atleta paralimpica

Di Paolo Trentini

Ph. Maria Chiara Betta

La passione per lo sport accompagna Elisa fin dalla più tenera età. Ha praticato nuoto e kick boxing prima di avvicinarsi in questi ultimi anni all’atletica leggera. Mai scelta fu più felice perché grazie a questa intuizione Elisa ha raccolto successi su successi tanto in campo nazionale quanto in campo internazionale. Il suo idolo è Marcell Jacobs con il quale condivide alcune delle specialità: il salto in lungo, disciplina in cui il bresciano ha iniziato, e lo sprint dove ha ottenuto i risultati migliori. E non ha intenzione di fermarsi qui…

«Ho 26 anni, vivo ad Ala e fin da quando ero una bambina ho sempre praticato tanti sport diversi. Ho avuto la fortuna che i miei genitori mi hanno sempre lasciata libera di scegliere e praticare lo sport o l’attività che preferivo. Diciamo che come primo sport ho praticato il nuoto, in seguito ho lasciato cuffia e piscina per dedicarmi al kickboxing. Sono arrivata fino a ottenere la cintura verde, ma poi ho intrapreso il progetto “Ability Sport – Progetto inclusione e benessere” organizzato dalla cooperativa sociale Iter e dalla Fondazione Caritro. E’ stato allora che mi sono approcciata all’atletica per la prima volta ed è scoccato il classico colpo di fulmine.

Mi sono dedicata alle competizioni di velocità, quindi 100, 200, 400 metri, staffette veloci e 4×400 e salto in lungo. Allora era il 2018, avevo 22 anni, ho iniziato a competere nelle gare locali, quindi in quelle nazionali fin quando nel 2020 sono stata convocata in nazionale per i campionati mondiali in Turchia. Purtroppo, la pandemia ha interrotto il mio sogno. Ma non l’ha fermato.

Poco più tardi, a inizio settembre ho partecipato ai campionati italiani Fisdir di Nuoro, in Sardegna ma non è finita qua: assieme alle mie compagne di staffetta 4×400 ho ottenuto il titolo italiano e il record del mondo di categoria con il tempo di 1’09”21. Nell’ottobre del 2021 ho partecipato ai campionati europei a Ferrara, dove qualche buon risultato l’ho ottenuto: campionessa europea con le colleghe delle staffette 4×100 e 4×400, secondo posto nei 100 e 200 metri, terzo posto nel lungo. 

Lo scorso anno è stato l’anno dei mondiali di Nymburk e Mladá Boleslav, in Repubblica Ceca, nei quali ho ottenuto due titoli mondiali nella 4×100 e 4×400 e per 7 centesimi sono rimasta giù dal podio dei 200 metri.

Mi alleno due volte alla settimana, il martedì e il giovedì col gruppo dell’Unione Sportiva Quercia di Rovereto agli ordini degli allenatori Michele Bais ed Elisa Canal anche se non ho abbandonato del tutto il nuoto che pratico ancora il lunedì assieme agli Amici Nuoto di Riva del Garda. Fino a due anni fa mi cimentavo anche con lo sci, grazie all’Aipd (Associazione italiana persone down) che ha allestito la squadra “Gli amici del cuore”. Quest’ultimo sport, purtroppo l’ho dovuto momentaneamente sospendere perché dall’ottobre del 2021 ho iniziato a lavorare. La mattina o il pomeriggio sono nello staff del salone Bellezza studio. Impegno che mi lascia il tempo per stare con gli amici. Il mercoledì sera, grazie al gruppo Macramè, usciamo tutti assieme per giocare a minigolf, o a bowling, ma anche semplicemente per andare al cinema o mangiare una pizza in compagnia. Da poco ho cominciato “Io abito” promosso dalla cooperativa Amalia Guardini e Villa Maria per vivere in autonomia. A dire il vero l’avevo già iniziato nel 2020 ma ancora una volta il Covid ci ha messo del suo. Ora per fortuna è ripreso e per 16 volte, dal giovedì al lunedì mattina sperimenterò come si vive lontano dai genitori, in un appartamento a Rovereto con tre ragazze, un operatore e alcuni volontari.  

Il futuro vede a breve termine gli italiani indoor di Ancona, poi a maggio quelli all’aperto e il mese seguente gli europei a Fabriano. Sperando in bene, toccando ferro e facendo gli scongiuri che non si ripeta quanto accaduto a inizio dello scorso anno. Dopo aver festeggiato il capodanno con un’amica, il 2 gennaio scendendo sulla neve col bob ho sbattuto con un piede contro un paletto. Pensavo non fosse nulla di grave, ma quando sono tornata a casa si è gonfiato. Speravo di poter andare a lavorare il giorno dopo, magari con una benda ben stretta, ma oltre al gonfiore c’era anche un grosso livido e allora ho fatto degli esami. Le radiografie hanno evidenziato una piccola frattura (in quel momento non nascondo di aver provato un po’ di paura per la mia carriera) e il 7 gennaio sono stata operata. Ci vuol ben altro per fermarmi! Dopo 15 giorni avevo già tolto il gesso e iniziato la riabilitazione. Grazie all’aiuto degli amici, degli allenatori, della fisioterapia ho recuperato molto in fretta e un mese dopo l’intervento ero già in palestra con la mia allenatrice per fare degli esercizi specifici. Tutto è andato al meglio e il 7 marzo ero di nuovo in pista ai campionati nazionali indoor. Non era nella forma migliore, e non avrebbe potuto essere altrimenti, però ho comunque portato a casa due secondi posti. Sono stati momenti sicuramente difficili, ma non mi hanno scoraggiato, anzi. Per il mio carattere gioioso dopo aver ripreso avrei voluto fare altre nuove attività, ma anche grazie ai genitori mi rendo conto che non c’è il tempo materiale per fare tutto quello che ho in mente.

Se sono ritornata a correre in così poco tempo devo tutto ai miei compagni di atletica. Siamo un bel gruppo coeso e ci sosteniamo a vicenda. Mi sono stati molto vicini nei giorni dopo l’operazione tra chiamate, telefonate, inviti ad andare a trovarli allo stadio. Ammetto che a casa non mi sono troppo annoiata.

Adoro i programmi di cucina come Bake Off e Fatto in casa da Benedetta, non me ne perdo una puntata e nei mesi scorsi ho avuto la fortuna di incontrare i pasticcieri Damiano Carrara, Ernst Knam e persino Chef Rubio a un matrimonio. Ma avevo bisogno di rompere la routine, così ho convinto i miei genitori a investire in una sedia a rotelle e fare su e giù da Ala a Rovereto nei fine settimana per incontrare gli amici, bere un caffè e svagarmi assieme a loro. Fare sport è bellissimo e consiglio a tutti di provarci e di dare il massimo in ogni occasione, dall’allenamento alla gara. In più il progetto “Ability sport” ci ha portato ad avere un’autonomia sempre maggiore, a organizzare i tempi per trovarci assieme coi compagni di allenamento, entrare assieme nello stadio, ma anche gestire i tempi in cui siamo con noi stessi come per esempio il riscaldamento. Consiglio a tutti di fare sport o almeno provarci perché a parte i risultati si entra a far parte di un gruppo, si stringono nuove amicizie, ci si sente bene e si fanno nuove esperienze che fanno crescere sotto ogni punto di vista. Infine lo sport è anche un ottimo mezzo di inclusione, ci sono bellissimi progetti da cogliere al volo e pazienza anche se si è un po’ lontani dal campo di allenamento. Vale la pena di spostarsi».